Il bello di tornare a sviluppare

Di Elisa Simonazzi - pubblicato il 15/04/2022

Il bello di tornare a sviluppare

Di Elisa Simonazzi - pubblicato il 15/04/2022

Di Elisa Simonazzi
pubblicato il 15/04/2022

“Prima usavo i programmi e immaginavo il sorgente, oggi leggo il sorgente e immagino i programmi”. Se dovessi dirlo con una metafora? “Prima assaggiavo un piatto e immaginavo come veniva cucinato. Oggi leggo una ricetta e immagino che sapore avrà.” Elisa è da circa sei mesi in forza alla divisione Application Maintenance dove è arrivata per il desiderio di tornare a sviluppare.

“Prima usavo i programmi e immaginavo il sorgente, oggi leggo il sorgente e immagino i programmi”. Se dovessi dirlo con una metafora? “Prima assaggiavo un piatto e immaginavo come veniva cucinato. Oggi leggo una ricetta e immagino che sapore avrà.”

Elisa è da circa sei mesi in forza alla divisione Application Maintenance dove è arrivata dopo una lunga esperienza in una software house specializzata nella produzione di programmi per enti pubblici: aveva iniziato occupandosi di assistenza tecnica e successivamente era stata assegnata a mansioni superiori, di carattere organizzativo e di coordinamento.

Anni in cui aveva gestito problematiche complesse, rispetto alle quali aveva bisogno di staccare e di alleggerire,  perché “se mi chiedono dieci, tendo a dare dieci, a volte undici”, spiega.

La scelta di cambiare strada non è stata semplice, accompagnata dal timore di fare scelte dettate dall’emotività, eppure le idee erano molto chiare: “avevo voglia di sviluppare e di scrivere codice”.

Le posizioni nette e la coerenza non l’hanno mai spaventata: si è sposata ed è diventata mamma molto giovane per scelta, all’inizio della carriera ha lasciato il classico posto fisso per restare con i figli nei loro primi anni di vita, è rientrata al lavoro con posizioni di responsabilità e, a distanza di anni, ha deciso di cercare altro, rimettendosi in gioco e seguendo l’istinto.

Ci vuole coraggio, “che non vuol dire fare le cose a cuor leggero, anzi” spiega.

In Side Soft è arrivata attraverso la ricerca di una posizione per l’assistenza di 2^ livello, spinta alla produzione. “Non avevo scritto codice negli ultimi anni ma mi interfacciavo continuamente con i programmatori perciò avevo la mentalità per capire, e in Side Soft mi hanno dato fiducia” spiega “ho trovato un ambiente sereno, quello che mi mancava era il tempo naturale che serve per imparare e qui l’ho trovato, insieme a un’elasticità che apprezzo moltissimo”.

Il riferimento è a un’elasticità di tipo professionale, slegata dal tema dello smart working rispetto al quale ha idee molto precise: “non mi piace lavorare da casa, secondo me la presenza in sede a contatto con persone consente di crescere moltissimo dal punto di vista umano e professionale, impari più cose se condividi l’ufficio e la scrivania con altre persone”.

Nel tempo libero ama camminare nei boschi e nelle campagne del Basso Appennino, “dove si possono scoprire borghi fantastici, spesso dimenticati: in questa calma mi libero dalle tossine e spesso mi arrivano le idee migliori”.