Le sfide di Karan

Di Redazione - pubblicato il 16/11/2022

Le sfide di Karan

Di Redazione - pubblicato il 16/11/2022

Di Redazione
pubblicato il 16/11/2022

Lavorare con la tecnologia RFID significa essere pronti ad accogliere continue innovazioni. E significa anche nutrire una profonda passione per la programmazione. Ne è convinto Karan, sviluppatore junior entrato a far parte del team R&D di Side Soft, che sta seguendo le nuove frontiere di applicazione dei sistemi di tracciamento automatico per l’identificazione dei prodotti.

Lavorare con la tecnologia RFID significa essere pronti ad accogliere continue innovazioni. E significa anche nutrire una profonda passione per la programmazione. Ne è convinto Karan, sviluppatore junior entrato a far parte del team R&D di Side Soft, che sta seguendo le nuove frontiere di applicazione dei sistemi di tracciamento automatico per l’identificazione dei prodotti.

21 anni, arrivato in Italia dall’India quando ne aveva tre, è sempre stato affascinato dalla tecnologia, fin da bambino.

“Volevo capire che cosa permettesse a computer e dispositivi digitali di funzionare e, appena ne ho avuto la possibilità, ho cominciato a fare ricerche e a documentarmi” racconta. Lo studio all’Istituto Tecnico Silvio D’Arzo di Montecchio (RE), nell’indirizzo Informatica e Telecomunicazioni, gli ha permesso di costruire le basi di una formazione specialistica che gli ha aperto l’accesso, come sbocco naturale, al corso di laurea in Informatica all’Università degli Studi di Parma.

“È il problem solving l’aspetto che più mi stimola nel lavoro informatico” spiega “mi piace ingegnarmi per trovare la soluzione migliore, è una sfida”. L’approdo nel mondo del lavoro arriva in concomitanza con la scelta di mantenersi e di andare a vivere da solo. Quel che è venuto dopo, è accaduto molto velocemente: l’invio del curriculum, il colloquio di selezione in Side Soft, il feeling positivo che si è subito instaurato e l’assunzione, a giugno.

Sono trascorsi cinque mesi e il primo bilancio non parla di performance, ma di emozioni. “Ogni volta che finisco di programmare, ogni volta che con la mia squadra portiamo a termine un progetto o un task, c’è sempre una grande soddisfazione” spiega Karan “ripensando a dove lavoro, mi sento felice, c’è una bella atmosfera in ufficio e tra i colleghi, che sono sempre pronti ad aiutare e a sostenere chi ha meno esperienza”.

E a proposito di esperienza, Karan un sogno ce l’ha. “Vorrei avere la padronanza, la sicurezza e la velocità di esecuzione dei colleghi più esperti e so che, per arrivarci, devo ampliare le mie conoscenze, il più possibile”.